Sanremo è una canzone per cantare
Di alcune cose si può dire “a volte ritornano”, ma Sanremo è una certezza, c’è sempre. Magari il successo che regala ai cantanti non è per sempre, ma ogni anno è sempre lì: tra memoria e nostalgia, tra voglia di qualcosa di nuovo e rime scontate, citazioni e a volte veri plagi. Voci che si rifanno al classico melodico, voci sincopate, voci che non ci sono proprio ma al Festival conta anche il beau geste, la provocazione, da Vasco a Loredana Bertè o a Lauro. Da alcuni giorni sulle radio, le vere decision making in materia di canzoni, è scattata l’operazione revival, specie sui social di Radio2Rai, con citazioni di Dalla, Ranieri, Pausini, Barbarossa, solo per citare alcuni famosi vip. Canzoni memorabili ma anche melodie meno convincenti, a volte volutamente “sanremesi”, che però restano attaccate alla memoria come lo zucchero filato alle dita, una cosa golosa anche se non proprio piacevole. Così milioni di italiani si sono ritrovati a cantare motivetti nonsense, non certo da scolpire nella pietra, ma adatti alla quotidianità di piccole cose che un po’ tutti viviamo. Si può amare la musica, essere appassionati di un autore o di un genere, ma lo spazio per la canzonetta pop resta intatto.
Lo spettacolo sanremese è poi costruito per essere irrinunciabile. È una consuetudine che unisce diverse generazioni pur con una diversità di atteggiamento. In passato il popolo televisivo si divideva in schieramenti, la “lotta per la canzone” forse sublimava altri conflitti e c’era una catarsi sociale e politica che si identificava nella vittoria del proprio beniamino. Dagli anni ’80 in poi, da quando il Festival vive una “seconda vita” grazie a Pippo Baudo, il gioco televisivo si intreccia a quello a casa: nelle serate di Sanremo ci si vede con gli amici per seguire il Festival e si scommette scrivendo sui bigliettini chi sarà il vincitore.
Negli ultimi anni sono arrivati i Talent e il tifo domestico è stato ulteriormente stimolato. L’edizione 2021 promette in questo senso di essere più “digitale”, in assenza del pubblico in sala, saranno infatti i tweet e i post a guidare il gradimento e a decidere il “vero” trionfatore di Sanremo. Inalterato invece lo schema che introduce i cantanti: i due “bravi presentatori”, il direttore artistico Amadeus affiancato dall’ironico Fiorello, con top model, sportivi e giornaliste e la serata “revival” dedicata alle cover. Tra novità e nostalgia, terapeutica melodia del non senso o esercizio vocale arduo, ci ritroveremo a guardare star di ieri, esordienti, promesse e outsider, con la voglia di cantare una canzone, che forse non resterà nella memoria, ma resterà il ricordo di un Sanremo diverso che interpreta il desiderio di normalità.
In attesa di vederlo ricordiamo che il Festival della Canzone Italiana sarà trasmesso sa RAI1 da martedì 2 marzo a sabato 6 marzo a partire dalle 20.40, sarà visibile anche su Raiplay. Sul palco dell’Ariston si esibiranno 34 artisti suddivisi in due sezioni: Campioni (26 artisti finalisti) e Nuove Proposte (8 artisti).
Qui di seguito l’elenco dei Campioni: Aiello, Annalisa, Arisa, Bugo, Colapesce e Dimartino, Coma_Cose, Ermal Meta, Extraliscio feat. Davide Toffolo, Fasma, Francesca Michielin e Fedez, Francesco Renga, Fulminacci, Gaia, Ghemon, Gio Evan, Irama, La Rappresentante di Lista, Lo Stato Sociale, Madame, Malika Ayane, Maneskin, Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band, Noemi, Orietta Berti, Random, Willie Peyote. Ai cantanti in gara si aggiungeranno ospiti per una serata, come Alessandra Amoroso, Negramaro, Il Volo, Loredana Bertè, Ornella Vanoni con Francesco Gabbani; e ospiti per la serata dedicata alle cover tra cui big amatissimi come I Pinguini Tattici Nucleari, Alberto Radius, Nesli, Lous And The Yakuza, Neri Per Caso, Donatella Rettore, Manuel Agnelli, Daniele Silvestri, Neffa, Le Deva, The Kolors e Samuele Bersani.